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Pump di Swarovsky |
curata dalla direttrice Stefania Ricci e dallo storico d'arte Sergio Risaliti.
Dopo il cinema e la fotografia anche il mondo della moda si inchina a Marilyn. E la mostra allestita al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze è un grande e lungo omaggio in scena dal 20 giugno 2012 al 28 gennaio 2013. Il pretesto è il cinquantesimo della morte di una donna il cui stile non conosce limiti spazio-
temporali. 50 abiti di scena, 30 paia di scarpe, 25 fotografie, scritti e filmati raccontano la donna, la fragile Norma Jean Baker che si nascondeva dietro l'attrice vamp e smaliziata. Una doppia chiave di lettura si snoda tra le sale del Palazzo Spini Feroni analizzando le mille sfaccettature della donna-mito che ha affascinato tutti.
temporali. 50 abiti di scena, 30 paia di scarpe, 25 fotografie, scritti e filmati raccontano la donna, la fragile Norma Jean Baker che si nascondeva dietro l'attrice vamp e smaliziata. Una doppia chiave di lettura si snoda tra le sale del Palazzo Spini Feroni analizzando le mille sfaccettature della donna-mito che ha affascinato tutti.
Non possono mancare i vestiti. Chi non ricorda quello bianco di Quando la moglie è in vacanza? Il vestito che svolazza sotto il getto d'aria fresca in una torrida notte d'estate? Spazio anche ad altri abiti di A qualcuno piace caldo, Facciamo l'amore, Niagara e Gli spostati. Una sala solo per i vestiti. E una solo per le scarpe. Non poteva essere altrimenti. Del resto la carriera di Ferragamo è legata a doppio filo con il cinema e Hollywood. Emigrato negli anni Venti in America viene subito ammirato dalla dive del momento: Audrey Hepburn e Greta Garbo tra le altre. Ma la sua venere era una sola.
L'esposizione va oltre proponendo nuove letture: gli scatti di grandi fotografi tra cui Cecil Beaton, Bert Stern e Milton Green sono accostati ad opere d'arte come la Ninfa dormiente di Canova. E non manca un'opera di Andy Warhol "Le quattro Marilyn" in bianco e nero.
Un solo imperativo per chi passa da Firenze: esserci!
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